martedì 16 novembre 2010
Bressan, il portiere Dj
giovedì 14 ottobre 2010
Professione portiere, intervista ad Enrico Alfonso
mercoledì 24 febbraio 2010
Isaac Hayes: Black Moses (Deluxe)
Nel variopinto calderone della musica soul anni ‘60 e ‘70, Isaac Hayes è stato certamente uno dei personaggi più poliedrici. Oltre alla carriera di musicista e cantante infatti, ha portato avanti per anni anche l’attività di attore e doppiatore partecipando a diversi film tra i quali “1997: fuga da New York” di John Carpenter e “Robin Hood, un uomo in calzamaglia” di Mel Brooks. Negli ultimi tempi, prima di morire il 10 agosto del 2008 a 66 anni, era stato anche arrangiatore e produttore lavorando a dischi di successo come l’esordio di Alicia Keys “Songs in A minor”. Punto di forza della Stax tra fine ‘60 e inizi ‘70 Hayes, ha raggiunto il successo soprattutto con la colonna sonora di “Shaft”, film di Gordon Parks uscito nel 1971, grazie alla quale ha conquistato un premio Oscar. Nello stesso anno aveva messo sul mercato anche un’altro album, “Black Moses”, non accolto con lo stesso entusiasmo, ma considerato successivamente uno dei migliori della sua carriera. Dotato di una voce calda e bassissima il musicista del Tennessee è depositario di un soul molto raffinato. Una sorta di “progressive soul” che sta a metà tra il suono stax anni ‘60 e i Temptation dei ‘70, con canzoni spesso lunghissime caratterizzate da una cura maniacale dei particolari. E questo album, riproposto in edizione deluxe con l’aggiunta di un cd in più, è un vero e proprio viaggio verso la terra promessa della black music. Il “Mosè nero” (questo era anche un suo soprannome), ci propone ballate deliziose come l’interminabile “(They long to be) Close to you” scritta da Burt Bacharach, trascinanti funky soul (“Part time love”), brani soul profondi e intrisi di pathos (“Going in Circles”). E tra gli inediti c’è anche una interessante versione di “For the good times” di Kris Kristofferson. Da ascoltare e riascoltare.
Catellani, l'anti Empoli
martedì 23 febbraio 2010
Febbraio mese difficile per Pioli
Dovevano essere le partite ideali per una fuga quasi definitiva del Sassuolo verso la serie A. Invece contro Gallipoli e Mantova sono arrivate due sconfitte inattese che hanno aperto ai neroverdi le porte di una crisi di risultati e di gioco. Contro gli uomini di Giannini una settimana fa e ancora di più sabato al Martelli di Mantova il Sassuolo è parso squadra senza idee, non sempre attento in difesa e incapace di costruire occasioni da gol importanti. Una squadra che soprattutto ha dato l’impressione di non essere in gran forma fisica e di correre meno degli avversari, aspetto che ha messo in allarme che i tifosi, memori del crollo dello scorso campionato dopo la sconfitta interna con il Bari. A tranquillizzarli, almeno parzialmente, c’è però la statistica. Le squadre di Pioli tra gennaio e febbraio non hanno mai fatto granchè. Nel 2004-05 ad esempio, suo primo anno sulla panchina del Modena ad, il tecnico parmense visse proprio tra il 13 e 27 febbraio il momento più difficile con la sconfitta e la contestazione di Terni, e i pareggi sofferti contro Pescara e Venezia, squadre poi retrocesse. Fu invece a marzo che partì la rimonta che portò i gialloblu ad un passo dai play off e dalla serie A. Situazione simile l’anno successivo con Pioli sconfitto l’ultima volta il 25 febbraio a Catanzaro sul campo di una squadra praticamente già in C1. Da quel momento in avanti i canarini inanellarono una serie di 12 risultati utili consecutivi e raggiunsero le semifinali play off dove furono dal Mantova senza esserne sconfitti. E anche l’anno scorso il Piacenza, con Pioli in panchina, perse in casa il 21 febbraio contro l’Albinoleffe e cominciò a correre verso la salvezza solo a partire da marzo. Una tradizione che fa ben sperare anche in vista delle prossime due partite contro Brescia e Cesena, per il Sassuolo autentici spareggi promozione. Senza dimenticare che la squadra neroverde quest’anno ha fallito spesso con avversari di bassa classifica, oltre a Mantova e Gallipoli anche il Piacenza all’andata, quasi mai invece con le grandi del campionato.
Giovanni Botti per ModenaQui (www.modenaqui.it)
venerdì 5 febbraio 2010
Luisi "Tapira" il Modena
Il mercato del Modena è finito con nessuna operazione in entrata e soltanto due cessioni, Gilioli mandato in prestito alla Cremonese e Daminuta tornato all’Inter. Due giocatori che, è vero, trovavano pochissimo spazio ma rappresentavano comunque un’alternativa in più per Gigi Apolloni in una rosa ormai ridotta all’osso. E sabato contro la Salernitana il tecnico di Frascati dovrà fare ancora una volta i conti con assenze importanti, quelle degli squalificati Catellani, Gozzi, Colucci e Tamburini. “Un mercato così non l’avevo mai visto in tanti anni di carriera – ha dichiarato con un certo sarcasmo Carlo Luisi – mi aspetto da un momento all’altro che arrivi Staffelli con il tapiro di “Striscia la Notizia”. Siamo un buon gruppo e non ci volevano tanti acquisti, bastavano due giocatori che potessero integrare la rosa e sostituire i partenti”.
Che la società non avrebbe fatto nulla ormai lo si sapeva…
Certamente. Avranno avuto i loro motivi anche se secondo me hanno sbagliato. Siamo in pochi e il girone di ritorno in serie B è sempre lungo e pieno di insidie. A tirare la carretta dovranno essere sempre gli stessi che prima o poi accuseranno dei cali di forma. Le nostre rivali nella lotta per la salvezza si sono rinforzate tutte. Mi auguro che, chi ha scelto di operare in questo modo lo abbia fatto in buona fede. Altrimenti vorrebbe dire che non vuole il bene del Modena.
Tanti giocatori in scadenza di contratto. C’è rischio che qualcuno possa essere distratto?
Io sono sicuro della professionalità dei miei compagni e sono tranquillo. E’ chiaro che avrei preferito che certe situazioni fossero risolte prima. Avere in una squadra otto o nove giocatori in scadenza non è mai bello.
Si dice che Pinardi abbia già firmato un precontratto con il Cagliari. Tu che sei uno dei suoi migliori amici ne sai qualcosa?
Alex non mi ha detto niente e, vista la nostra amicizia, se fosse vero penso che l’avrebbe fatto. Però se avesse firmato veramente avrebbe fatto benissimo, visto come è stato trattato la scorsa estate. In un periodo di crisi come questo se qualcuno ti offre un contratto devi pensarci bene prima di rifiutare.
Fisicamente come sta?
Sta benissimo. Ha avuto un girone d’andata un po’ travagliato per problemi fisici ma adesso ha recuperato e vorrebbe spaccare il mondo. Nel momento in cui sarà al 100% ci potrà far togliere diverse soddisfazioni.
Si dice che da due mesi non prendiate lo stipendio. Questo fatto ti preoccupa?
No. A Modena alla fine sappiamo che pagano sempre. E poi l’anno scorso ho passato ben nove mesi senza vedere un euro. Sono tranquillo.
Sabato al Braglia arriva la Salernitana ultima in classifica. Una partita sulla carta facile…
In realtà è una squadra ancora viva e sabato contro il Sassuolo avrebbe meritato il pareggio. E’ una di quelle partite che presentano molte insidie. Se si affrontano con la mentalità giusta facilmente si vincono, altrimenti si rischia grosso.
Che Modena ti aspetti?
Mi auguro un Modena diverso rispetto alle ultime prestazioni. Sotto il punto di vista dell’impegno non siamo mai mancati però abbiamo fatto un po’ fatica a creare occasioni. Questa settimana la squadra ha ricaricato le pile ed è pronta per un finale di campionato importante.
Tu come stai?
Sto recuperando. Ho avuto una borsite vicino al tallone che mi ha impedito di mettermi le scarpe da calcio per qualche giorno, però adesso sto molto meglio e sono a disposizione del mister.
Giovanni Botti per Modena Qui
venerdì 29 gennaio 2010
Lyle Lovett, "Natural Forces"
Lyle Lovett è uno dei personaggi più interessanti e poliedrici del variopinto mondo della musica texana. Conosciuto al grande pubblico più per essere stato sposato con Julia Roberts che per le sue canzoni, ha registrato in realtà una serie di album tutti di grande valore, dimostrandosi interprete raffinato e scrittore mai banale. E come se non bastasse, ha prestato il suo volto particolare a diverse caraterizzazioni cinematografiche, specie in pellicole di Robert Altman. A due anni dal vibrante “It’s no big, it’s large”, registrato con una big band e intriso di swing e di gospel, Lovett torna sulle strade polverose del Texas e realizza uno dei suoi dischi più belli ed intensi da diversi anni a questa parte. Già la copertina di “Natural Forces” ci fa capire le intenzioni del musicista del lonestar state. Un uomo, molto probabilmente a cavallo, col capo coperto da un classico cappello da cowboy sotto un cielo immenso e nuvoloso. Quell’uomo è lo stesso Lyle Lovett e nelle 12 canzoni della track-list c’è tutto il suo country & western, la sua anima cantautorale, i suoi modelli musicali. “Natural Forces” è una via di mezzo tra gli album degli esordi, “Pontiac” su tutti, e la doppia raccolta di cover dedicata al Texas “Step inside this house” del 1998: sei composizioni originali di Lovett e sei reinterpretazioni di classici texani, tra le quali un omaggio al mai troppo rimpianto Townes Van Zandt, la raffinata ballads “Loretta”. Tra i brani orginali spiccano l’iniziale title track, tra country e folk, e la divertente “Pantry”, proposta anche in versione acustica. Tra le cover invece segnaliamo la deliziosa ballata “Whooping Crane” di Eric Taylor, intimista e carica di pathos, ma anche la jazzata “Bohemia” di Tommy Elskes. Da avere assolutamente.
giovedì 28 gennaio 2010
Paolo Ricchi gialloblù doc. Intervista all'esterno canarino.
lunedì 25 gennaio 2010
Ascoli-Modena: le pagelle gialloblu.
Gozzi 5,5, macchia una partita da sette in cinque minuti. Prima perde Antenucci in occasione del gol. Poi commette il fallo da rigore sullo stesso bomber ascolano e si fa espellere.
Diagouraga 6,5, rientro più che positivo. Il migliore della difesa.
Perna 6,5 lotta con Bernacci e non gli concede grande spazio.
Giampà 6, un buon cross nel primo tempo su cui Bruno colpisce male di testa. Per il resto corre si sbatte ma combina poco.
Girardi sv entra a due minuti dal termine e in 9 contro undici. Non poteva fare di più.
Colucci 6, il più positivo dei tre centrocampisti. Recupera diversi pallone e prova anche a costruire qualcosa.
Luisi 6, lavoro oscuro a centrocampo, più in interdizione che in costruzione. Esce per far posto ad Alex Pinardi.
Pinardi sv, ha poco tempo per farsi vedere, ma il suo ritorno in campo è fondamentale per un Modena che segna col contagocce.
Troiano 5,5, in flessione rispetto alla prima parte di campionato. Prova il tiro da fuori una sola volta dopo il vantaggio ascolano.
Tamburini 6,5 ha di fronte un brutto cliente come Sommese ma se la cava bene.
Bruno 5,5, si sbatte molto ma non è il bomber letale di qualche tempo fa.
Napoli 5, al rientro dal primo minuto combina poco o niente.
Catellani 4,5, troppo nervoso. La sua espulsione, forse eccessiva, ha di fatto condizionato la partita.
Apolloni 6, deve trovare il modo di reinserire Pinardi.
venerdì 22 gennaio 2010
Modena: solo una vittoria al Del Duca.
1976/77: Ascoli-Modena 1-0 (Villa)
1977/78: Ascoli-Modena 3-0 (Moro, Ambu, Quadri)
1990/91: Ascoli-Modena 3-0 (Cvetkovic, Casagrande 2)
1992/93: Ascoli-Modena 3-0 (Bierhoff, Zaini, Troglio)
1993/94: Ascoli-Modena 3-0 (Maini, Bierhoff 2)
2004/05: Ascoli-Modena 1-0 (Colacone)
2007/08: Ascoli-Modena 1-1 (Perrulli, Okaka)
2008/09: Ascoli-Modena 1-2 (De Oliveira, Bruno, Soncin)
lunedì 18 gennaio 2010
Noselli lancia il Sassuolo all'ultimo tiro. Crotone battuto 2-1.
Pagelle neroverdi
Bressan 7, Polenghi 6, Minelli 6,5, Rossini 6, Bianco 7, Fusani 6,5, Magnanelli 6, Riccio 6,5, Salvetti 5,5, Masucci 6, Noselli 7, Martinetti 6, Quadrini 5,5, Consolini sv. All. Pioli 7.
Timothy B. Schmit "Expando"
Timothy B.Schmit è una delle voci più belle e affascinanti della west coast. Dotato di un falsetto facilmente riconoscibile è stato bassista e cantante delle due più importanti band californiane, i Poco di Richie Furay e gli Eagles di Don Henley e Glenn Frey. Per entrambi ha scritto canzoni memorabili e di grande successo: “Keep on tryin” e “Whatever happen to your smile” per i Poco, la million sellers “I can tell you why” e la deliziosa “ Love will keep us alive” per la Aquile. Da solista ha registrato solo cinque album, i mediocri e sovraprodotti “Playin it cool”, “Timothy B.” e “Tell me the truth”, il discreto “Feed the fire” e ora il nuovissimo “Expando”, decisamente il migliore della serie. Qualcuno lo ha definito come il disco che i fan di Timothy B. Schmit avrebbero sempre voluto ascoltare e in effetti le undici canzoni che lo compongono ci riconsegnano il muscista raffinato e intimista degli anni ‘70, quello in grado di scrivere e cantare splendidi e allo stesso tempo semplicissimi motivi dal sapore country-rock e western. Ad aiutarlo questa volta ci sono musicisti di assoluto valore, da Graham Nash a Jim Keltner, da Benmont Tench ai Blind Boys of Alabama. L’iniziale “One more mile” è una ballata western cadenzata e guidata dalla slide che sembra uscita dalle session di “Cantamos”, uno dei dischi più belli dei Poco. “Parachute” è un ottimo brano pop sullo stile degli ultimi Eagles con Graham Nash alla seconda voce, mentre “White boy from Sacramento” è un rock-blues con spunti autobiografici. E poi ci sono le ballate country-folk, dolci, intimiste, magari già sentite ma sempre cantate in modo delizioso, da “Friday Night” a “Compassion” alla conclusiva “A good day”, con Nash questa volta all’armonica. Per tutti gli appasionati di un genere, la west coast, in via d’estinzione.
sabato 16 gennaio 2010
Modena-Padova: scialbo 0-0.
Pagelle canarine
Narciso 6, Gozzi 7, Rickler 6,5, Perna 6,5, Giampà 5 (dal 70' Ricchi 6), Colucci 6, Luisi 6, Troiano 5,5, Cortellini 5,5, Girardi 5,5, Catellani 5,5. All.Apolloni 6.
mercoledì 13 gennaio 2010
Flachi positivo alla cocaina dopo Brescia-Modena
Joss Stone "Colour me free"
Quando nel 2003 Joss Stone registrò a soli 16 anni il suo primo album, “The Soul Sessions”, in molti pensarono di trovarsi di fronte ad un nuovo fenomeno della musica soul. La ragazza di Dover, infatti, interpretava con grande personalità classici di artisti come Aretha Franklin, Betty Wright e Little Beaver, al punto da ricevere i complimenti di Paul Weller, Mick Hucknall e Lenny Kravitz e ad essere chiamata da Mick Jagger a duettare con lui nella colonna sonora del remake di “Alfie”, celebre film inglese degli anni ‘60. Le due prove successive però, “Mind body & soul” del 2004 e “Introducing Joss Stone” del 2007, caratterizzate da composizioni mediocri e da un suono bolso e sovraprodotto, avevano profondomante deluso le attese e Joss Stone sembrava ormai rivolta ad una carriera nello showbuisness sulla scia delle varie Britney Spears e Christina Aguilera. Il nuovo album, “Colour me free” ci riconsegna invece un artista matura e convincente non solo nell’interpretare i classici del soul, ma anche nel proporre pezzi nuovi molti dei quali co-firmati da lei stessa. La Stone, ormai 22enne, ha scelto come studio per registrare le nuove canzoni il locale di proprietà di sua madre, il “Mama’s Stone” che si trova a Wellington nel Somerset ed ha partecipato anche alla produzione. E il suono del disco è fresco, vitale, con passaggi dal soul, al pop, al gospel e persino al funky e all’Hip hop. Tra i brani spiccano “Governmentalist”, urban soul vibrante in cui la ragazza inglese duetta con il rapper Nas, la splendida versione di “I believe to my soul” di Ray Charles, con il sax di David Sanborn ad arricchire il tutto, e la notturna “Parallel lines” con la chitarra del grande Jeff Beck. Un’artista davvero ritrovata.
domenica 10 gennaio 2010
Banana Republic - Il ritorno di Dalla e De Gregori
A 30 anni di distanza dalla loro prima fortunata tournèe, Lucio Dalla e Francesco De Gregori tornano insieme il 22 gennaio sul palco del Vox di Nonantola per un concerto che, se le cose andranno nel verso giusto, potrebbe essere preludio ad un grande tour dei due cantautori. E qualcuno già spera di poter mettere nel lettore cd il seguito di “Banana Republic” disco testimonianza di quella prima storica tournèe uscito nel 1979. Un incontro musicale, quello tra Dalla e De Gregori, che ha rappresentato un avvenimento davvero importante nella storia della canzone italiana. Era la prima volta infatti che due artisti di quel calibro si mettevano insieme per una serie di concerti, prendendo spunto da quanto succedeva in America, in particolar modo nella California dei ’70 con coppie mitiche come Crosby & Nash, Loggins & Messina o in precedenza gli stessi Simon & Garfunkel. E soprattutto metteva insieme due musicisti abbastanza distanti tra di loro sia musicalmente che dal punto di vista della scrittura. De Gregori era considerato il Bob Dylan italiano, particolarmente influenzato dal folk-rock del menestrello di Duluth, sia per il suono basato spesso su chitarra, voce e armonica, che per i testi ermetici e carichi di metafore. Di Dylan De Gregori aveva anche tradotto in italiano assieme a Fabrizio De Andrè la lunga filastrocca “Desolation Row” trasformata in “Via della Povertà”. Lucio Dalla invece veniva dal jazz e si era riscoperto paroliere abbastanza tardi con testi sognanti abbracciati da una musica che lasciava spesso trasparire una vena di sperimentalismo. Ad accompagnarli c’erano poi personaggi che successivamente si sarebbero ritagliati una parte importante nella storia della canzone d’autore italiana. Innanzitutto gli Stadio, il gruppo che accompagnava Dalla dal vivo, ai quali si era da poco aggiunto Gaetano Curreri, ma anche Rosalino Cellamare, meglio noto come Ron, che curava gli arrangiamenti. Dalla e De Gregori tra l’altro venivano da esperienze diverse. Il bolognese era nel momento forse più importante della sua carriera, quello a cavallo tra i suoi due album più belli, o almeno quelli che meglio hanno fuso qualità e successo commerciale, “Lucio Dalla” del 1979 e “Dalla” dell’80, con classici come “L’anno che verrà”, “Anna e Marco” e “Futura”. Il romano invece si era un po’ allontanato dal mondo dei concerti specie dopo le esperienze negative degli ultimi tour e in particolare dopo il “fattaccio” del Palalido di Milano quando alcuni ragazzi appartenenti ai collettivi studenteschi salirono sul palco interrompendo più volte lo spettacolo per leggere al pubblico le loro prese di posizione riguardo agli eventi della lotta politica e per contestare De Gregori reo, a loro dire, di strumentalizzare i temi cari alla sinistra. Per lui quindi si trattò di un vero e proprio ritorno ai concerti e anticipò l’uscita di uno dei suoi album più importanti, “Viva L’Italia”. Testimonianza di quella tournèe appunto l’album “Banana Republic”, che vendette oltre 500 mila copie, e addirittura un film-concerto. Il 22 gennaio i due musicisti torneranno insieme su un palco, quello del Vox di Nonantola, per la gioia di chi li seguì allora, ma anche di quelli che non c’erano e che di quel mitico tour ne hanno solo sentito parlare.
Giovanni Botti per ModenaQui, 3 Gennaio 2010