mercoledì 13 gennaio 2010

Joss Stone "Colour me free"


Quando nel 2003 Joss Stone registrò a soli 16 anni il suo primo album, “The Soul Sessions”, in molti pensarono di trovarsi di fronte ad un nuovo fenomeno della musica soul. La ragazza di Dover, infatti, interpretava con grande personalità classici di artisti come Aretha Franklin, Betty Wright e Little Beaver, al punto da ricevere i complimenti di Paul Weller, Mick Hucknall e Lenny Kravitz e ad essere chiamata da Mick Jagger a duettare con lui nella colonna sonora del remake di “Alfie”, celebre film inglese degli anni ‘60. Le due prove successive però, “Mind body & soul” del 2004 e “Introducing Joss Stone” del 2007, caratterizzate da composizioni mediocri e da un suono bolso e sovraprodotto, avevano profondomante deluso le attese e Joss Stone sembrava ormai rivolta ad una carriera nello showbuisness sulla scia delle varie Britney Spears e Christina Aguilera. Il nuovo album, “Colour me free” ci riconsegna invece un artista matura e convincente non solo nell’interpretare i classici del soul, ma anche nel proporre pezzi nuovi molti dei quali co-firmati da lei stessa. La Stone, ormai 22enne, ha scelto come studio per registrare le nuove canzoni il locale di proprietà di sua madre, il “Mama’s Stone” che si trova a Wellington nel Somerset ed ha partecipato anche alla produzione. E il suono del disco è fresco, vitale, con passaggi dal soul, al pop, al gospel e persino al funky e all’Hip hop. Tra i brani spiccano “Governmentalist”, urban soul vibrante in cui la ragazza inglese duetta con il rapper Nas, la splendida versione di “I believe to my soul” di Ray Charles, con il sax di David Sanborn ad arricchire il tutto, e la notturna “Parallel lines” con la chitarra del grande Jeff Beck. Un’artista davvero ritrovata.
Giovanni Botti per Vivo del 13 gennaio 2010

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