giovedì 28 gennaio 2010

Paolo Ricchi gialloblù doc. Intervista all'esterno canarino.


Paolo Ricchi è l’unico modenese doc nella rosa del Modena, cresciuto in quel vivaio gialloblu che in passato ha lanciato giocatori di valore assoluto da Luca Toni a Daniele Adani a Giovanni Piacentini, tanto per citare i più recenti. Nato a due passi dal centro dove tutt’ora vive, l’esterno canarino ha fatto tutta la trafila delle giovanili fino al debutto in serie B il 26 maggio del 2007 contro la Triestina. “E’ un ricordo che mi emoziona ancora - racconta - anche se resta sempre il rammarico per quel gol sbagliato sotto la curva Montagnani. Eravamo in vantaggio 1-0 in una sorta di spareggio salvezza e mister Mutti mi mandò in campo per difendere di più. Ebbi la palla per chiudere la partita ma non la sfruttai. Per fortuna abbiamo vinto ugualmente”.
Quando hai cominciato con il calcio?
A sei anni nella San Faustino-Rosselli. Nella mia famiglia sono tutti appassionati di calcio. Mia madre era un insegnante di educazione fisica e mio padre giocava a pallone non ad alti livelli. Di calcio in casa mia comunque si è sempre parlato. Io ho cominciato a seguirlo assiduamente ai tempi del mondiale di Usa ‘94.
Come sei entrato nel Modena?
La trafila è abbastanza semplice. Uno viene selezionato dagli osservatori gialloblu che seguono le varie squadre della città e fa una serie di provini. Poi scelgono se prenderti o no. A me è andata bene.
Chi è il tuo modello come calciatore?
Probabilmente Paolo Maldini che giocava nella mia stessa posizione ed è stato un gradissimo. Il mio idolo però resta Alex Del Piero per tutto quello che ha fatto con la sua squadra. Io simpatizzo anche per la Juve.
Oltre al Modena naturalmente...
Certo. Del Modena sono sempre stato tifoso e l’ho sempre seguito, soprattutto negli anni di De Biasi che, per chi è di Modena e tifa Modena, resteranno sempre indimenticabili.
Mutti, Apolloni e Zoratto sono i tre allenatori che hai avuto al Modena. Con chi ti sei trovato meglio?
Sono allenatori molto diversi. Mutti ad esempio, era abbastanza all’antica. Un carattere forte che ci faceva lavorare tantissimo. Mister Apolloni invece predilige più il dialogo con i giocatori e ha dimostrato, oltre ad essere un tecnico preparato, di avere qualità umane non facili da trovare nel calcio.
Chi è Paolo Ricchi fuori dal campo?
E’ un normale ragazzo di 23 anni. Studio Economia e Commercio, un impegno che cercherò di portare a termine, e alla sera o anche a pomeriggio inoltrato mi ritrovo in centro con gli amici. Mi piace molto il golf che pratico non appena vien fuori la bella stagione.
E a Modena come ti trovi?
Sono legato ad ogni cosa di Modena. Il fatto che non sono andato via finora, neppure quando ho dovuto decidere se andare in prestito a giocare o restare qui, è dipeso anche dal legame che ho con la mia città e con chi ci vive.
C’è qualche compagno di squadra con cui hai legato particolarmente?
Con Francesco Stanco, che adesso è alla Valenzana, siamo amici da sempre e continuiamo a sentirci tutti i giorni. E poi Andrea Catellani, quasi un mio coetaneo, con cui condivido la camera in ritiro e diverse passioni in comune.
E con i tifosi?
Con loro ho sempre avuto un rapporto ottimo. Alcuni ragazzi della curva sono anche miei amici e in tribuna molti li conosco. Essendo io un modenese è quasi inevitabile.

Giovanni Botti per Vivo Modena

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