venerdì 29 gennaio 2010

Lyle Lovett, "Natural Forces"


Lyle Lovett è uno dei personaggi più interessanti e poliedrici del variopinto mondo della musica texana. Conosciuto al grande pubblico più per essere stato sposato con Julia Roberts che per le sue canzoni, ha registrato in realtà una serie di album tutti di grande valore, dimostrandosi interprete raffinato e scrittore mai banale. E come se non bastasse, ha prestato il suo volto particolare a diverse caraterizzazioni cinematografiche, specie in pellicole di Robert Altman. A due anni dal vibrante “It’s no big, it’s large”, registrato con una big band e intriso di swing e di gospel, Lovett torna sulle strade polverose del Texas e realizza uno dei suoi dischi più belli ed intensi da diversi anni a questa parte. Già la copertina di “Natural Forces” ci fa capire le intenzioni del musicista del lonestar state. Un uomo, molto probabilmente a cavallo, col capo coperto da un classico cappello da cowboy sotto un cielo immenso e nuvoloso. Quell’uomo è lo stesso Lyle Lovett e nelle 12 canzoni della track-list c’è tutto il suo country & western, la sua anima cantautorale, i suoi modelli musicali. “Natural Forces” è una via di mezzo tra gli album degli esordi, “Pontiac” su tutti, e la doppia raccolta di cover dedicata al Texas “Step inside this house” del 1998: sei composizioni originali di Lovett e sei reinterpretazioni di classici texani, tra le quali un omaggio al mai troppo rimpianto Townes Van Zandt, la raffinata ballads “Loretta”. Tra i brani orginali spiccano l’iniziale title track, tra country e folk, e la divertente “Pantry”, proposta anche in versione acustica. Tra le cover invece segnaliamo la deliziosa ballata “Whooping Crane” di Eric Taylor, intimista e carica di pathos, ma anche la jazzata “Bohemia” di Tommy Elskes. Da avere assolutamente.

Giovanni Botti per Vivo Modena

giovedì 28 gennaio 2010

Paolo Ricchi gialloblù doc. Intervista all'esterno canarino.


Paolo Ricchi è l’unico modenese doc nella rosa del Modena, cresciuto in quel vivaio gialloblu che in passato ha lanciato giocatori di valore assoluto da Luca Toni a Daniele Adani a Giovanni Piacentini, tanto per citare i più recenti. Nato a due passi dal centro dove tutt’ora vive, l’esterno canarino ha fatto tutta la trafila delle giovanili fino al debutto in serie B il 26 maggio del 2007 contro la Triestina. “E’ un ricordo che mi emoziona ancora - racconta - anche se resta sempre il rammarico per quel gol sbagliato sotto la curva Montagnani. Eravamo in vantaggio 1-0 in una sorta di spareggio salvezza e mister Mutti mi mandò in campo per difendere di più. Ebbi la palla per chiudere la partita ma non la sfruttai. Per fortuna abbiamo vinto ugualmente”.
Quando hai cominciato con il calcio?
A sei anni nella San Faustino-Rosselli. Nella mia famiglia sono tutti appassionati di calcio. Mia madre era un insegnante di educazione fisica e mio padre giocava a pallone non ad alti livelli. Di calcio in casa mia comunque si è sempre parlato. Io ho cominciato a seguirlo assiduamente ai tempi del mondiale di Usa ‘94.
Come sei entrato nel Modena?
La trafila è abbastanza semplice. Uno viene selezionato dagli osservatori gialloblu che seguono le varie squadre della città e fa una serie di provini. Poi scelgono se prenderti o no. A me è andata bene.
Chi è il tuo modello come calciatore?
Probabilmente Paolo Maldini che giocava nella mia stessa posizione ed è stato un gradissimo. Il mio idolo però resta Alex Del Piero per tutto quello che ha fatto con la sua squadra. Io simpatizzo anche per la Juve.
Oltre al Modena naturalmente...
Certo. Del Modena sono sempre stato tifoso e l’ho sempre seguito, soprattutto negli anni di De Biasi che, per chi è di Modena e tifa Modena, resteranno sempre indimenticabili.
Mutti, Apolloni e Zoratto sono i tre allenatori che hai avuto al Modena. Con chi ti sei trovato meglio?
Sono allenatori molto diversi. Mutti ad esempio, era abbastanza all’antica. Un carattere forte che ci faceva lavorare tantissimo. Mister Apolloni invece predilige più il dialogo con i giocatori e ha dimostrato, oltre ad essere un tecnico preparato, di avere qualità umane non facili da trovare nel calcio.
Chi è Paolo Ricchi fuori dal campo?
E’ un normale ragazzo di 23 anni. Studio Economia e Commercio, un impegno che cercherò di portare a termine, e alla sera o anche a pomeriggio inoltrato mi ritrovo in centro con gli amici. Mi piace molto il golf che pratico non appena vien fuori la bella stagione.
E a Modena come ti trovi?
Sono legato ad ogni cosa di Modena. Il fatto che non sono andato via finora, neppure quando ho dovuto decidere se andare in prestito a giocare o restare qui, è dipeso anche dal legame che ho con la mia città e con chi ci vive.
C’è qualche compagno di squadra con cui hai legato particolarmente?
Con Francesco Stanco, che adesso è alla Valenzana, siamo amici da sempre e continuiamo a sentirci tutti i giorni. E poi Andrea Catellani, quasi un mio coetaneo, con cui condivido la camera in ritiro e diverse passioni in comune.
E con i tifosi?
Con loro ho sempre avuto un rapporto ottimo. Alcuni ragazzi della curva sono anche miei amici e in tribuna molti li conosco. Essendo io un modenese è quasi inevitabile.

Giovanni Botti per Vivo Modena

lunedì 25 gennaio 2010

Ascoli-Modena: le pagelle gialloblu.


Narciso 6, in occasione del gol di Antenucci è coperto da Gozzi e vede il pallone all’ultimo. Per il resto sempre sicuro.
Gozzi 5,5, macchia una partita da sette in cinque minuti. Prima perde Antenucci in occasione del gol. Poi commette il fallo da rigore sullo stesso bomber ascolano e si fa espellere.
Diagouraga 6,5, rientro più che positivo. Il migliore della difesa.
Perna 6,5 lotta con Bernacci e non gli concede grande spazio.
Giampà 6, un buon cross nel primo tempo su cui Bruno colpisce male di testa. Per il resto corre si sbatte ma combina poco.
Girardi sv entra a due minuti dal termine e in 9 contro undici. Non poteva fare di più.
Colucci 6, il più positivo dei tre centrocampisti. Recupera diversi pallone e prova anche a costruire qualcosa.
Luisi 6, lavoro oscuro a centrocampo, più in interdizione che in costruzione. Esce per far posto ad Alex Pinardi.
Pinardi sv, ha poco tempo per farsi vedere, ma il suo ritorno in campo è fondamentale per un Modena che segna col contagocce.
Troiano 5,5, in flessione rispetto alla prima parte di campionato. Prova il tiro da fuori una sola volta dopo il vantaggio ascolano.
Tamburini 6,5 ha di fronte un brutto cliente come Sommese ma se la cava bene.
Bruno 5,5, si sbatte molto ma non è il bomber letale di qualche tempo fa.
Napoli 5, al rientro dal primo minuto combina poco o niente.
Catellani 4,5, troppo nervoso. La sua espulsione, forse eccessiva, ha di fatto condizionato la partita.
Apolloni 6, deve trovare il modo di reinserire Pinardi.

Giovanni Botti per Modena Qui.

venerdì 22 gennaio 2010

Modena: solo una vittoria al Del Duca.

Ecco i risultati del Modena al Del Duca contro l'Ascoli nei campionati a girone unico. Tutti in serie B.

1976/77: Ascoli-Modena 1-0 (Villa)
1977/78: Ascoli-Modena 3-0 (Moro, Ambu, Quadri)
1990/91: Ascoli-Modena 3-0 (Cvetkovic, Casagrande 2)
1992/93: Ascoli-Modena 3-0 (Bierhoff, Zaini, Troglio)
1993/94: Ascoli-Modena 3-0 (Maini, Bierhoff 2)
2004/05: Ascoli-Modena 1-0 (Colacone)
2007/08: Ascoli-Modena 1-1 (Perrulli, Okaka)
2008/09: Ascoli-Modena 1-2 (De Oliveira, Bruno, Soncin)

lunedì 18 gennaio 2010

Noselli lancia il Sassuolo all'ultimo tiro. Crotone battuto 2-1.

Se una squadra riesce ad ottenere il massimo in partite come quella disputata dal Sassuolo a Crotone vuol dire davvero che questo è l'anno giusto. La squadra neroverde infatti ha sofferto tantissimo la velocità e la grinta dei padroni di casa e avrebbe più volte potuto capitolare, ma è riuscita a resistere e alla fine ha trovato la zampata vincente con il suo giocatore più in forma, Alessandro Noselli all'undicesima rete stagionale. Se il primo tempo era stato fiacco e caratterizzato solo da due buoni interventi di Bressan su Gabionetta e Morleo, la ripresa è stata vibrante e ricca di capovolgimenti di fronte. Il Sassuolo è andato in vantaggio al 59' con una perfetta conclusione di sinistro di Bianco su punizione assegnata per fallo di Morleo su Masucci. Il pareggio del Crotone cinque minuti più tardi con un rigore abbastanza netto concesso dall'arbitro Guida di Torre Annunziata per un atterramento di Rossini ai danni di Mendicino. I calabresi hanno avuto all'ottantesimo la palla del match, ma prima Bonvissuto ha sparato sulla traversa a due passi dalla porta, poi Abruzzese si è fatto respingere il pallone sulla linea da Minelli. Negli ultimi minuti è invece venuto fuori il Sassuolo che, dopo due contropiedi falliti da Quadrini, ha trovato il gol vittoria con Alessandro Noselli proprio all'ultima azione. Un successo che lancia la squadra di Pioli a tre punti dalla vetta e con una gara da recuperare contro il fanalino di coda Salernitana il 30 gennaio.

Pagelle neroverdi
Bressan 7, Polenghi 6, Minelli 6,5, Rossini 6, Bianco 7, Fusani 6,5, Magnanelli 6, Riccio 6,5, Salvetti 5,5, Masucci 6, Noselli 7, Martinetti 6, Quadrini 5,5, Consolini sv. All. Pioli 7.

Timothy B. Schmit "Expando"


Timothy B.Schmit è una delle voci più belle e affascinanti della west coast. Dotato di un falsetto facilmente riconoscibile è stato bassista e cantante delle due più importanti band californiane, i Poco di Richie Furay e gli Eagles di Don Henley e Glenn Frey. Per entrambi ha scritto canzoni memorabili e di grande successo: “Keep on tryin” e “Whatever happen to your smile” per i Poco, la million sellers “I can tell you why” e la deliziosa “ Love will keep us alive” per la Aquile. Da solista ha registrato solo cinque album, i mediocri e sovraprodotti “Playin it cool”, “Timothy B.” e “Tell me the truth”, il discreto “Feed the fire” e ora il nuovissimo “Expando”, decisamente il migliore della serie. Qualcuno lo ha definito come il disco che i fan di Timothy B. Schmit avrebbero sempre voluto ascoltare e in effetti le undici canzoni che lo compongono ci riconsegnano il muscista raffinato e intimista degli anni ‘70, quello in grado di scrivere e cantare splendidi e allo stesso tempo semplicissimi motivi dal sapore country-rock e western. Ad aiutarlo questa volta ci sono musicisti di assoluto valore, da Graham Nash a Jim Keltner, da Benmont Tench ai Blind Boys of Alabama. L’iniziale “One more mile” è una ballata western cadenzata e guidata dalla slide che sembra uscita dalle session di “Cantamos”, uno dei dischi più belli dei Poco. “Parachute” è un ottimo brano pop sullo stile degli ultimi Eagles con Graham Nash alla seconda voce, mentre “White boy from Sacramento” è un rock-blues con spunti autobiografici. E poi ci sono le ballate country-folk, dolci, intimiste, magari già sentite ma sempre cantate in modo delizioso, da “Friday Night” a “Compassion” alla conclusiva “A good day”, con Nash questa volta all’armonica. Per tutti gli appasionati di un genere, la west coast, in via d’estinzione.
Giovanni Botti per Vivo Modena

sabato 16 gennaio 2010

Modena-Padova: scialbo 0-0.

E' finita 0-0 la sfida del Braglia tra Modena e Padova, ma alla fine ad essere contenti sono proprio i canarini che sono riusciti a portare a casa un punto nonostante abbiano disputato la peggior gara della stagione. Padova con un nuovo modulo, il 3-5-2, per cercare di arginare la crisi di risultati che lo ha portato ai margini della zona play out. Modena senza Bruno e Pinardi entrambi acciaccati. Gli schemi speculari delle due squadre hanno bloccato la gara, brutta per lunghi tratti e le poche occasioni sono arrivate in seguito a qualche disattenzione delle difese. Due limpide, una per tempo, per i patavini, una e mezzo per i canarini anche se i portieri Narciso e Agliardi non sono mai stati impegnati. Nel primo tempo sono da annotare solo una girata al volo di Girardi, alta da buona posizione, e un grande salvataggio sulla linea di porta di Gozzi, il migliore dei gialloblu, su tiro a colpo sicuro di Renzetti, il più positivo dei biancoscudati. Nella ripresa Padova vicino al gol con due colpi di testa di Cesar e Cuffa, mandati fuori da buona posizione, mentre per i canarini è da rivedere un fuorigioco chiamato a Catellani con l'attaccante reggiano ormai a tu per tu con Agliardi. Apolloni alla fine ha fatto un solo cambio, Ricchi per un Giampà in difficoltà con Renzetti e molto arrabbiato all'uscita dal campo. E a fine gara si sono sentiti i primi fischi di un pubblico che sicuramente non ha gradito lo spettacolo non all'altezza di altre occasioni. Uno 0-0 comunque da accettare con serenità in vista della trasferta di sabato ad Ascoli sul campo della squadra più in forma della serie B.

Pagelle canarine
Narciso 6, Gozzi 7, Rickler 6,5, Perna 6,5, Giampà 5 (dal 70' Ricchi 6), Colucci 6, Luisi 6, Troiano 5,5, Cortellini 5,5, Girardi 5,5, Catellani 5,5. All.Apolloni 6.

mercoledì 13 gennaio 2010

Flachi positivo alla cocaina dopo Brescia-Modena


L'attaccante del Brescia Francesco Flachi è stato trovato per la seconda volta positivo a un metabolita della cocaina la Benzoilecgonina, proprio dopo la gara con il Modena dello scorso 19 dicembre nella quale aveva segnato il gol della vittoria con una spettacolare semirovesciata. Flachi aveva da poco scontato un'altra squalifica di due anni sempre per positività alla cocaina quando giocava nella Sampdoria. In quell'occasione spiegò il fatto dicendo che ad una festa gli era stata passata una sigaretta di un sapore strano. A 35 anni molto probabilmente dovrà chiudere qui la sua carriera. Qualche anno fa un altro ex bresciano, Jonathan Bachini, subì la radiazione dopo essere stato trovato per la seconda volta positivo sempre alla cocaina. Diversi in passato i giocatori che si sono trovati in questa situazione a partire dal primo, il difensore dell'Ascoli di Mazzone Angiolino Gasparini, che nel 1981 si fece 8 giorni di galera e che oggi collabora con una comunità di recupero per tossicodipendenti, fino ad arrivare al più grande di tutti, Diego Armando Maradona.
Giovanni Botti.

Joss Stone "Colour me free"


Quando nel 2003 Joss Stone registrò a soli 16 anni il suo primo album, “The Soul Sessions”, in molti pensarono di trovarsi di fronte ad un nuovo fenomeno della musica soul. La ragazza di Dover, infatti, interpretava con grande personalità classici di artisti come Aretha Franklin, Betty Wright e Little Beaver, al punto da ricevere i complimenti di Paul Weller, Mick Hucknall e Lenny Kravitz e ad essere chiamata da Mick Jagger a duettare con lui nella colonna sonora del remake di “Alfie”, celebre film inglese degli anni ‘60. Le due prove successive però, “Mind body & soul” del 2004 e “Introducing Joss Stone” del 2007, caratterizzate da composizioni mediocri e da un suono bolso e sovraprodotto, avevano profondomante deluso le attese e Joss Stone sembrava ormai rivolta ad una carriera nello showbuisness sulla scia delle varie Britney Spears e Christina Aguilera. Il nuovo album, “Colour me free” ci riconsegna invece un artista matura e convincente non solo nell’interpretare i classici del soul, ma anche nel proporre pezzi nuovi molti dei quali co-firmati da lei stessa. La Stone, ormai 22enne, ha scelto come studio per registrare le nuove canzoni il locale di proprietà di sua madre, il “Mama’s Stone” che si trova a Wellington nel Somerset ed ha partecipato anche alla produzione. E il suono del disco è fresco, vitale, con passaggi dal soul, al pop, al gospel e persino al funky e all’Hip hop. Tra i brani spiccano “Governmentalist”, urban soul vibrante in cui la ragazza inglese duetta con il rapper Nas, la splendida versione di “I believe to my soul” di Ray Charles, con il sax di David Sanborn ad arricchire il tutto, e la notturna “Parallel lines” con la chitarra del grande Jeff Beck. Un’artista davvero ritrovata.
Giovanni Botti per Vivo del 13 gennaio 2010

domenica 10 gennaio 2010

Banana Republic - Il ritorno di Dalla e De Gregori


A 30 anni di distanza dalla loro prima fortunata tournèe, Lucio Dalla e Francesco De Gregori tornano insieme il 22 gennaio sul palco del Vox di Nonantola per un concerto che, se le cose andranno nel verso giusto, potrebbe essere preludio ad un grande tour dei due cantautori. E qualcuno già spera di poter mettere nel lettore cd il seguito di “Banana Republic” disco testimonianza di quella prima storica tournèe uscito nel 1979. Un incontro musicale, quello tra Dalla e De Gregori, che ha rappresentato un avvenimento davvero importante nella storia della canzone italiana. Era la prima volta infatti che due artisti di quel calibro si mettevano insieme per una serie di concerti, prendendo spunto da quanto succedeva in America, in particolar modo nella California dei ’70 con coppie mitiche come Crosby & Nash, Loggins & Messina o in precedenza gli stessi Simon & Garfunkel. E soprattutto metteva insieme due musicisti abbastanza distanti tra di loro sia musicalmente che dal punto di vista della scrittura. De Gregori era considerato il Bob Dylan italiano, particolarmente influenzato dal folk-rock del menestrello di Duluth, sia per il suono basato spesso su chitarra, voce e armonica, che per i testi ermetici e carichi di metafore. Di Dylan De Gregori aveva anche tradotto in italiano assieme a Fabrizio De Andrè la lunga filastrocca “Desolation Row” trasformata in “Via della Povertà”. Lucio Dalla invece veniva dal jazz e si era riscoperto paroliere abbastanza tardi con testi sognanti abbracciati da una musica che lasciava spesso trasparire una vena di sperimentalismo. Ad accompagnarli c’erano poi personaggi che successivamente si sarebbero ritagliati una parte importante nella storia della canzone d’autore italiana. Innanzitutto gli Stadio, il gruppo che accompagnava Dalla dal vivo, ai quali si era da poco aggiunto Gaetano Curreri, ma anche Rosalino Cellamare, meglio noto come Ron, che curava gli arrangiamenti. Dalla e De Gregori tra l’altro venivano da esperienze diverse. Il bolognese era nel momento forse più importante della sua carriera, quello a cavallo tra i suoi due album più belli, o almeno quelli che meglio hanno fuso qualità e successo commerciale, “Lucio Dalla” del 1979 e “Dalla” dell’80, con classici come “L’anno che verrà”, “Anna e Marco” e “Futura”. Il romano invece si era un po’ allontanato dal mondo dei concerti specie dopo le esperienze negative degli ultimi tour e in particolare dopo il “fattaccio” del Palalido di Milano quando alcuni ragazzi appartenenti ai collettivi studenteschi salirono sul palco interrompendo più volte lo spettacolo per leggere al pubblico le loro prese di posizione riguardo agli eventi della lotta politica e per contestare De Gregori reo, a loro dire, di strumentalizzare i temi cari alla sinistra. Per lui quindi si trattò di un vero e proprio ritorno ai concerti e anticipò l’uscita di uno dei suoi album più importanti, “Viva L’Italia”. Testimonianza di quella tournèe appunto l’album “Banana Republic”, che vendette oltre 500 mila copie, e addirittura un film-concerto. Il 22 gennaio i due musicisti torneranno insieme su un palco, quello del Vox di Nonantola, per la gioia di chi li seguì allora, ma anche di quelli che non c’erano e che di quel mitico tour ne hanno solo sentito parlare.
Giovanni Botti per ModenaQui, 3 Gennaio 2010